Potranno accedere ai contributi a fondo perduto fino al 55% della spesa per un investimento compreso tra 5 e 20 milioni di euro. Sono le imprese delle regioni meno sviluppate che aderiscono ai “mini contratti di sviluppo” le cui agevolazioni mirano a sostenere con una dotazione di 300 milioni di euro gli investimenti produttivi di media dimensione finanziaria legati alle tecnologie critiche, nonché a salvaguardare e rafforzare le relative catene del valore.
I mini contratti di sviluppo sono un nuovo strumento, introdotto nell’ambito del decreto Coesione (dl n. 60/2024), riconducibile ai Contratti di sviluppo previsti per le grandi imprese, che ha come obiettivo il finanziamento degli investimenti produttivi di dimensione finanziaria relativamente ridotta realizzati da imprese piccole, medie o grandi e legati alle tecnologie critiche annoverate nel nuovo regolamento Ue Step (ovvero la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa che mira a mobilitare investimenti pubblici e privati contribuendo a convogliare gli attuali fondi dell’Unione verso investimenti critici). Secondo quanto stabilito dal decreto direttoriale 20 dicembre 2024 del ministero delle imprese e del made in Italy, le imprese interessate potranno presentare le loro richieste dalle ore 12:00 del 5 febbraio fino alle ore 12:00 dell'8 aprile 2025, esclusivamente in via telematica, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia (www.invitalia.it) che curerà l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni e che con congruo anticipo pubblicherà lo schema per la compilazione delle domande e le indicazioni relative alla documentazione da allegare. Ai fini dell’ammissione alle agevolazioni verrà valutata la particolare tecnologica applicata alle iniziative proposte.
Imprese beneficiarie
La misura è indirizzata alle regioni meno sviluppate del Mezzogiorno ed è destinata al sostegno, allo sviluppo e alla fabbricazione di tecnologie digitali e “deep tech”, oltre a quelle green e alle biotecnologie. Potranno essere finanziati programmi di sviluppo industriale e di tutela ambientale, inclusi i progetti di ricerca, sviluppo e innovazione e la realizzazione di opere infrastrutturali di pubblico interesse.
Investimenti ammissibili
In generale, i programmi di sviluppo dovranno essere volti al rafforzamento e alla crescita industriale, nonché allo sviluppo tecnologico delle imprese. Dovranno, inoltre, essere realizzati presso un’unica unità produttiva ubicata nelle regioni meno sviluppate ed essere volti allo sviluppo e/o alla fabbricazione delle tecnologie critiche.
Nello specifico i piani di investimento dovranno riguardare i seguenti comparti:
a) tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deep tech;
b) tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, incluse le tecnologie a zero emissioni nette;
c) biotecnologie, compresi i medicinali inclusi nell’elenco dell’Unione dei medicinali critici.
Per quanto riguarda le spese ammissibili sarà possibile agevolare il suolo aziendale, le opere murarie, macchinari, impianti e attrezzature, programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e spese di consulenza.
Agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse nella sola forma del contributo a fondo perduto a copertura delle spese ammissibili secondo le seguenti percentuali:
a) piccole imprese: 55%;
b) medie imprese: 45%;
c) imprese di grandi dimensioni: 35%.
Per le sole spese relative a consulenze connesse alla realizzazione del piano di investimenti le agevolazioni sono concesse nella misura del 50% delle spese ammissibili.
Fonte: Italia Oggi, Diritto e Impresa del 03 gennaio 2025