Fondo nuove competenze per il 50% a datori singoli

Pubblicato il decreto ministeriale del Fondo nuove competenze (Fnc), in questa terza edizione denominato “Competenze per l’innovazione”, finalizzato all’accompagnamento dei processi di transizione digitale ed ecologica dei datori di lavoro, anche favorendo nuova occupazione. Come nella seconda edizione, beneficiari dell’intervento sono i datori di lavoro privati, incluse le società a partecipazione pubblica, che abbiano sottoscritto accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati a percorsi formativi di accrescimento delle competenze dei lavoratori con le rappresentanze sindacali.

Il contenuto minimo degli accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro è fissato dallo stesso decreto ministeriale:

progetti formativi;

numero dei lavoratori coinvolti;

quota dell’orario di lavoro da destinare a percorsi per lo sviluppo di competenze;

eventuale coinvolgimento nei percorsi formativi di lavoratori disoccupati preselezionati dal datore.

Ulteriori elementi degli accordi sindacali saranno indicati dal ministero del Lavoro nel successivo avviso pubblico di selezione delle proposte di finanziamento.

All’accordo sindacale deve essere allegato il piano formativo coi fabbisogni di interventi per l’accrescimento di competenze dei lavoratori in processi di innovazione organizzativa, di processo e di prodotto in specifici ambiti:

sistemi tecnologici e digitali;

intelligenza artificiale;

sostenibilità e impatto ambientale;

economia circolare;

transizione ecologica;

efficientamento energetico;

welfare aziendale e benessere organizzativo.

Analogamente alle edizioni precedenti, il piano formativo deve dare evidenze delle competenze possedute dal lavoratore e della personalizzazione degli interventi di formazione per l’adeguamento delle competenze individuali in funzione dei fabbisogni del datore di lavoro. La sua progettazione deve essere effettuata in funzione degli obiettivi di apprendimento relativi ai repertori di riferimento indicati dal decreto ministeriale 115/2024.

La dotazione iniziale di 730 milioni è ripartita tra tre tipologie di intervento:

25% ai «sistemi formativi» di gruppi di imprese di grandi datori di lavoro di riferimento, con capofila un big player (direttiva Ue 2023/2775);

altro 25% alle «filiere formative» organizzate e non organizzate di imprese di piccole e medie dimensioni che operano preferibilmente nell’ambito di distretti territoriali, specializzazioni produttive, reti o filiere con vocazione produttiva ed economica;

il restante 50% a singoli datori di lavoro.

I massimali dei contributi riconoscibili per ciascun progetto variano in base alla tipologia di intervento. Per i progetti presentati da sistemi formativi, il contributo massimo per ciascun raggruppamento è di 12 milioni, a condizione che non siano coinvolti più del 60% dei lavoratori dipendenti del big player capofila. Per quelli presentati da filiere formative, il contributo massimo è di 8 milioni. Il massimale dei progetti presentati da singoli datori di lavoro è di 2 milioni con obbligo di presentare una sola istanza di contributo.

Come nella seconda edizione, il fondo finanzia il 60% della retribuzione e il 100% dei contributi previdenziali e assistenziali delle ore destinate alla formazione. Nei percorsi formativi presentati da sistemi formativi e filiere formative la quota retributiva finanziabile è dell’80 per cento. Il finanziamento arriva al 100% della quota retributiva nel caso disoccupati da oltre 12 mesi, assunti con contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca successivamente alla data di pubblicazione del decreto ministeriale e prima dell’avvio della formazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore, Norme e Tributi del 27 novembre 2024

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