La terza edizione del Fondo nuove competenze, lo strumento nato nel 2020 per sostenere la riqualificazione dei lavoratori nella transizione ecologica e digitale, metterà in palio circa 800 milioni di euro per progetti formativi, a partire da dicembre di quest’anno, aprendo le porte non solo a chi già lavora, ma anche a neoassunti e ai disoccupati che hanno superato una preselezione in vista del loro ingresso in azienda.
Inoltre, il decreto ministeriale 115/2024, che disciplina il sistema di individuazione, validazione e certificazione delle competenze, ha incluso i fondi interprofessionali fra gli enti che possono validare le competenze acquisite in contesti lavorativi.
Sono queste due delle sfide che i 19 fondi interprofessionali attivi nella formazione continua dei lavoratori si troveranno davanti nei prossimi mesi.
A 24 anni dalla legge che li ha istituiti, poi (la 388/2000), i Fondi cominciano a ragionare sulle modalità per implementare l’azione e l’efficacia della loro attività. In particolare, le proposte sulle quali si sta ragionando riguardano la revisione periodica delle autorizzazioni rilasciate dal ministero del Lavoro, le modalità di utilizzo delle risorse a loro destinate, l’eliminazione della distinzione tra spese per attività propedeutiche e di gestione, il controllo centralizzato delle attività formative finanziate, la certezza e trasparenza delle regole di portabilità delle risorse e mobilità tra i Fondi stessi, l’implementazione di strumenti informatici e gli investimenti (da agevolare).
Fonditalia e le piccole imprese
Temi che sono stati trattati anche al convegno «Politiche a sostegno dell’occupazione: verso un sistema integrato», che si è svolto a Roma il 13 novembre, per concludere un roadshow di sei tappe legato alla presentazione del Rapporto 2024 di Fonditalia, il fondo interprofessionale promosso da Ugl e FederTerziario, che ha compiuto 15 anni. Tra le aziende aderenti, 148mila in 15 anni, il 91% sono microimprese (da uno a nove dipendenti), in prevalenza localizzate nel Sud e nelle Isole (64%).
«Fare formazione continua dei lavoratori - sottolinea Egidio Sangue, direttore di FondItalia - significa mantenere alta la competitività delle imprese e migliorare costantemente i livelli occupazionali. L’investimento sull’upskill delle competenze professionali è oggi più che mai prioritario, in uno scenario che vede la popolazione lavorativa invecchiare e tre milioni di posti di lavoro che si libereranno nei prossimi cinque anni. Il sistema dei Fondi interprofessionali - continua - che raggiunge annualmente oltre 930mila imprese e circa 1,5 milioni di lavoratori, necessita tuttavia di alcuni interventi che ne rafforzino l’efficacia. A nostro avviso, le richieste più urgenti sono l’innalzamento del contributo dello 0,30% da destinare alla formazione continua tramite i Fondi, l’allargamento della platea dei destinatari della formazione a liberi professionisti, datori di lavoro responsabili di micro e piccole imprese e lavoratori autonomi, l’esclusione del ricorso delle imprese ai Fondi interprofessionali dalla normativa europea sugli aiuti di Stato e il coinvolgimento dei Fondi interprofessionali nell’ambito di una più ampia governance della formazione».
Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 18 novembre 2024