Il contributo disabilità e il bonus nuove assunzioni hanno campi di applicazione parzialmente coincidenti. Come si è avuto modo di specificare, potremmo trovarci nella situazione in cui un ente del Terzo settore, titolare di reddito di impresa, possa accedere a entrambi gli incentivi.
Contributo disabilità
Pensiamo al caso di un’impresa sociale che assuma a tempo indeterminato, dal 1° gennaio di quest’anno, un lavoratore under 35 con disabilità, destinato allo svolgimento esclusivo di attività d’impresa, di interesse generale, conforme allo statuto.
Questa assunzione, rispettando i requisiti per l’accesso al contributo per la disabilità (ossia un lavoratore con meno di 35 anni e con disabilità, assunto con contratto a tempo indeterminato, entro il 30 settembre 2024, per lo svolgimento di attività conformi allo statuto), consentirebbe all’impresa sociale di richiedere l’erogazione del contributo una tantum di 12mila euro e del contributo mensile di mille euro, dalla data di assunzione del lavoratore e fino al 30 settembre di quest’anno.
Bonus nuove assunzioni
Nulla impedisce, poi, all’impresa sociale di fruire anche del bonus nuove assunzioni e ottenere una maggiorazione del 30% del relativo costo deducibile, essendo quest’ultimo riferibile al reddito assoggettato a Ires.
In questo caso, tuttavia, ai fini della concreta applicazione della maggiorazione, sarebbe necessario verificare il rispetto di specifici requisiti (articolo 4, Dlgs 216/2023; articolo 3, Dm 25 giugno 2024).
Anzitutto, occorrerà verificare l’effettiva operatività, ossia l’esercizio, da parte dell’impresa sociale, dell’attività di riferimento nel 2023 per almeno 365 giorni, così come l’estraneità dell’ente a procedimenti liquidatori o concorsuali. Senza poi tener conto della necessità di verificare, altresì, al termine del 2024, un incremento occupazionale – vale a dire una differenza positiva tra il numero dei lavoratori a tempo indeterminato alla fine del 2024 e il corrispondente valore medio del 2023 – e un incremento complessivo della forza lavoro, ossia un numero complessivo dei dipendenti alla fine del 2024 superiore al numero degli stessi lavoratori occupati nel 2023.
Verifiche che, se condotte positivamente, consentiranno all’impresa sociale di applicare la maggiorazione del 30% al minore valore tra il costo, sostenuto nel 2024, relativo al nuovo lavoratore assunto (retribuzioni, contributi, ratei ferie, bonus e quota del Tfr) e l’incremento complessivo del costo del personale risultante dal conto economico del medesimo anno, rispetto al corrispondente dato dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023.
L’importo così determinato costituirà una variazione in diminuzione del reddito imponibile, da rilevare nella dichiarazione Ires 2025.