200 milioni per investimenti e formazione in Africa

Il semaforo verde scatterà ufficialmente domani a partire dalle 9. Da quel momento le imprese interessate potranno presentare la domanda per accedere alle risorse previste dalla nuova “Misura Africa”, il plafond di finanza agevolata che parte con una dote di 200 milioni (ma estendibile in base all’ammontare delle richieste pervenute dalle aziende) e la cui operatività si inserisce nell’ambito del Fondo 394, lo strumento gestito da Simest (gruppo Cdp) in convenzione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. «Si tratta di una misura in linea con gli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa - spiega al Sole 24 Ore l’amministratrice delegata di Simest, Regina Corradini D’Arienzo - che è stata messa a punto a valle di un intenso e proficuo dialogo con le associazioni di categoria e i singoli imprenditori di diversi settori e tecnologie.»

La misura, gestita dalla società presieduta da Pasquale Salzano, andrà a finanziare non solo gli investimenti produttivi e commerciali realizzati in Africa. «Il plafond - chiarisce la ceo di Simest - sarà di supporto agli esportatori in Africa ma amplia la sua operatività anche agli importatori di materie prime, soprattutto strategiche, il 30% delle quali a livello mondiale è proprio nel continente. Questo per stimolarne l’importazione dall’Africa rispetto ad altre geografie. È una misura - aggiunge ancora la numero uno - che punta inoltre ad ampliare la platea di imprese servite, rivolgendosi non solo a quelle già presenti nel Continente ma anche a tutte le aziende, comprese quelle delle filiere, che oggi pur non essendo presenti nell’area, vogliono coglierne le opportunità di crescita. In particolare, le imprese delle filiere – anche se non esportatori diretti - possono utilizzare la misura per fare investimenti anche in Italia se la capofila importa o esporta dall’Africa o è già presente nel continente».

La liquidità garantita dal nuovo plafond avrà, quindi, un ampio ventaglio di possibili destinazioni e potrà essere altresì utilizzata dalle imprese italiane e dalle loro controllate in Italia o in Africa anche per finanziare la formazione destinata ai giovani africani. «La misura interviene finanziando inoltre tutti costi di formazione, in Africa o in Italia e anche le spese di viaggio e i costi per chi, formato, viene in Italia. È una richiesta emersa con forza dal dialogo con gli imprenditori - spiega la ceo ricostruendo la genesi di questa tessera del nuovo plafond -. C’è una carenza di manodopera specializzata con cui gli imprenditori si misurano. La misura punta a offrire una possibile soluzione a questo tema che le imprese hanno necessità di risolvere. In questo modo, potranno formare i giovani africani con percorsi certificati in modo da impiegare il personale formato in Africa o in Italia, incanalando questa manodopera specializzata in flussi migratori regolamentari».

Un assist importante, dunque, in un Paese che, in alcuni ambiti, affronta la cronica carenza di manodopera qualificata e che troverà, come spiega ancora l’amministratrice delegata di Simest, nella nuova misura Africa, una spinta cruciale anche per lo sviluppo delle imprese al Sud. «L’altro tema al quale teniamo molto è quello dell’innovazione e del trasferimento del nostro know how. Oggi ad esempio il 60% delle imprese agricole africane necessita di meccanizzazione che può essere fornita dalla tecnologia delle imprese italiane, senza trascurare gli investimenti in sostenibilità e digitalizzazione che possono essere eseguiti anche in Italia e che sono vitali per la competitività internazionale. E abbiamo poi introdotto una riserva Sud del 20% e una sub-riserva del 10% delle risorse disponibili in favore di imprese giovanili e femminili e start-up che continuano a essere un nostro focus molto importante».

Fin qui, dunque, il perimetro del nuovo plafond annunciato ieri alla Farnesina che conferma il ruolo centrale di Simest nel sostenere il sistema produttivo e, in particolare, le pmi. Prova ne è anche la fotografia contenuta nella semestrale appena approvata dalla società del gruppo Cdp. Dalla quale emerge una crescita significativa di tutte le linee di operatività. «Il nostro piano strategico prevedeva una crescita nel triennio del 20% per le risorse impegnate - sottolinea la ceo -. Ebbene, a 18 mesi dalla presentazione del piano, circa il 70% delle risorse impegnate è già stato concesso alle imprese che quindi stanno mettendo a terra i loro investimenti e il 90% delle erogazioni ha riguardato pmi».

Tornando ai numeri, nel semestre le tre linee di business hanno segnato un importante balzo in avanti: il credito fornitore è cresciuto del 77%, la finanza agevolata ha superato gli 1,4 miliardi (+242% rispetto al primo semestre del 2023), mentre gli investimenti partecipativi hanno raggiunto quota 136 milioni (+16%). Nel complesso, si tratta di attività in favore di circa 3.500 imprese (+225% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). I risultati positivi conseguiti nel periodo hanno poi determinato una crescita del 6% dei volumi gestiti in portafoglio, pari a circa 31 miliardi.

Fonte: Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 24 luglio 2024

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