Donne, giovani e Sud: bonus per assumere

Per agevolare la crescita dell’occupazione stabile dei giovani under 35, delle donne svantaggiate e nel Mezzogiorno, il Governo punta ancora una volta sugli sgravi contributivi alle assunzioni. A queste misure il decreto Coesione destina 2,45 miliardi di fondi europei (del Programma nazionale Giovani, donne e lavoro), dal 2024 al 2027.

Il Dl 60/2024, in vigore dall’8 maggio (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 105 del 7 maggio, ha cominciato dal Senato il suo iter per la conversione in legge) prevede uno sgravio del 100% dei contributi a carico dei datori di lavoro, per 24 mesi, ai privati che assumeranno, dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, giovani, donne in determinate condizioni e lavoratori nelle regioni del Sud e delle Isole.

Saranno incentivate le assunzioni a tempo indeterminato (per i giovani, anche le trasformazioni di contratti a termine in contratti stabili).

Gli obiettivi dei bonus

Gli occupati under 35 erano 5,4 milioni a marzo 2024, in aumento di 124mila rispetto allo stesso mese del 2023. Ma la disoccupazione giovanile, anche se in miglioramento rispetto a un anno fa, resta sempre più elevata, rispetto a quella registrata per gli altri lavoratori: il tasso di disoccupazione dei giovani fra 15 e 24 anni è al 20,1% e quello dei giovani fra 25 e 34 anni è del 9,5%, contro un tasso di disoccupazione nazionale al 7,2 per cento. Anche la situazione lavorativa delle donne è in miglioramento, con il tasso di occupazione femminile passato dal 51,6% di un anno fa al 53% di oggi, ma resta sempre un divario di 18 punti percentuali rispetto al tasso di occupazione degli uomini, che è al 71,1% per cento.

Come è sempre stato nella storia recente degli incentivi alle assunzioni, i lavoratori che portano in dote il bonus contributivo devono avere caratteristiche specifiche, e anche i vincoli per fruire degli aiuti sono numerosi.

Per fare un esempio, anche in questa edizione del bonus giovani, il lavoratore under 35 da assumere non deve aver mai avuto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Le donne devono essere disoccupate da almeno 24 mesi, oppure essere senza lavoro da sei mesi e risiedere nel Sud e nelle Isole o in zone ammesse a fruire dei fondi strutturali Ue.

Infine, il bonus contributivo per chi assume nella Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno è riservato ai datori che impiegano fino a 10 dipendenti e a beneficio di lavoratori sopra i 35 anni, disoccupati da almeno 24 mesi. Gli incentivi per assumere giovani e personale nelle Regioni del Sud sono subordinati all’autorizzazione della Commissione europea, mentre non lo è il bonus donne. Quest’ultimo, però, è concesso solo alle aziende che con l’assunzione di donne svantaggiate ottengono un incremento occupazionale netto. Un criterio stringente per fruire del bonus.

L’uso degli sgravi contributivi nel 2023 mostra che i rapporti incentivati sono stati il 25,6% rispetto al totale delle assunzioni e delle trasformazioni, e che la parte del leone è stata della decontribuzione Sud, uno sgravio del 30% dei contributi dovuti su tutte le assunzioni effettuate nelle regioni del Mezzogiorno.

Le reazioni dei sindacati

«Di per sé - spiega Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl - gli incentivi così concepiti vanno bene. È corretto cioè uscire dall’idea dell’incentivo generale per andare su quelli mirati, come in questo caso. Anzi, bisognerebbe caratterizzarli ancora di più». A determinare la difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro, non è spesso solo l’appartenenza alle fasce fragili individuate dal decreto Coesione, quanto l’appartenenza a queste categorie, in condizioni di scarse competenze. «Qui - prosegue Pirulli - bisogna ulteriormente intervenire. Anche perché queste platee sono le uniche nelle quali possiamo ancora reperire personale. Come? Rafforzando l’apprendistato, che invece con gli incentivi contributivi di altro genere viene totalmente depotenziato».

Per Ivana Veronese, segretario nazionale Uil, «il Dl Coesione in parte ripropone formule vecchie, come nel caso dei giovani under 35 che non devono aver mai lavorato a tempo indeterminato. Per di più, se il nuovo incentivo per assumere al Sud comporterà l’eliminazione, da giugno, dell’attuale decontribuzione Sud, sarà un grande problema, anche perché si tratta, come dire, di un’azione di fiscalità di vantaggio. Il ministro Raffaele Fitto ci aveva assicurato che ne avremmo parlato, invece non è accaduto. Non che la decontribuzione risolva tutto, ma renderla spot complicherebbe di molto la vita delle aziende, che hanno necessità di poter contare su una pianificazione. Insomma le criticità sono molte».

Fonte: Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 13 maggio 2024

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