L’operatività reale della Zona economica speciale (Zes) del Mezzogiorno passa anche da un rafforzamento del capitale umano che avrà a disposizione. È il presupposto da cui parte il decreto coesione nella scelta di introdurre - su input del ministero dell’Università guidato da Anna Maria Bernini - un fondo “Ricerca Sud” che favorisca il rientro (meglio se dall’estero) di cervelli o la creazione di spin-off per supportare il rilancio delle Regioni meridionali. A disposizione ci sono 1,2 miliardi di euro prelevabili dai plafond dei nuovi Pn Ric 2021-27 e Fondo sviluppo coesione (Fsc) 2021-27 oltre che dagli avanzi dell’ormai vecchio Piano Sviluppo e coesione 2014-20. Dal Dl arrivano novità anche sul fronte scuola a partire dalla proroga fino al 15 giugno dei 6mila contratti a termine per altrettanti collaboratori scolastici impegnati su progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e Agenda Sud.
Più nel dettaglio, il rinnovo interessa 6.147 lavoratori Ata che avevano visto scadere il contratto il 15 aprile scorso e che a partire da domani possono essere riassunti. Per farlo sul piatto ci sono 18,5 milioni di euro, 14 dei quali a carico del bilancio del ministero dell’Istruzione e del Merito. Per la precisione dal Fondo di funzionamento per le istituzioni scolastiche per l’anno 2024, che verrà reintegrato di un’identica somma per la quota parte che incide sull’esercizio finanziario del 2025. Risorse che si aggiungono agli oltre 112 milioni che lo stesso Mim aveva individuato prima con il “decreto Caivano” e poi con la legge di bilancio per il 2024 e che portano il ministro Giuseppe Valditara a dire: «Manteniamo fede a un preciso impegno verso i lavoratori assunti per i servizi a supporto delle scuole per i progetti del Pnrr e di Agenda Sud».
Sempre sul fronte scuola il decreto coesione si focalizza anche sull’impiego delle risorse del Programma nazionale “Scuola e competenze” 2021-2027, attivando tre diversi canali di finanziamento: 200 milioni di euro per il potenziamento delle palestre previsto nel Piano di ripresa e resilienza; altri 100 milioni riguardano la fornitura di arredi didattici innovativi negli asili che hanno ottenuto fondi dal Pnrr; ulteriori 150 milioni vanno ai laboratori innovativi nelle aree ad alta dispersione scolastica.
Il gioco di sponda con il Pnrr lo troviamo anche nel Fondo Ricerca Sud voluto dal Mur e citato poc’anzi, che rifinalizza, da un lato, 1,06 miliardi del Pn Ric 2021-2027 e, dall’altro, 150 milioni el Fsc 2021-27 (più economie dei vecchi fondi) per spingere la Zes unica del Sud. Oltre alla mobilità di personale specializzato (professori e ricercatori universitari) si punta a rafforzare il capitale umano nelle infrastrutture di ricerca da Roma in giù e sostenere la nascita di spin-off nel nome del trasferimento tecnologico e di una nuova politica industriale.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 2 maggio 2024