Zes ferme in attesa del decreto per la partenza della Zona unica

La transizione dalle otto Zes (Zone economiche speciali) alla Zes unica non è ancora partita e sull’attività degli otto commissari straordinari e delle loro strutture regna grave incertezza. I loro incarichi sono scaduti il 31 dicembre, da tempo è atteso un provvedimento di proroga fino a marzo, ma finora tale provvedimento, sebbene annunciato, non è stato pubblicato in «Gazzetta Ufficiale». Pertanto da quasi dieci giorni ormai non si muove foglia: non vengono rilasciate autorizzazioni a investire, non si riuniscono conferenze di servizi.

Ma si è aperto uno spiraglio: oggi parteciperanno a una riunione (negli uffici del ministro per gli Affari europei, il Sud,le Politiche di coesione e il Pnrr, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri) tutti i commissari in scadenza e la nuova struttura in via di costituzione per discutere e coordinare la transizione dal vecchio al nuovo regime. Insomma, un incontro da cui dovrebbero scaturire le risposte alle incertezze dei giorni scorsi.

L’incertezza determinata da decisioni tardive si ripercuote sugli investimenti, sulle imprese e sull’occupazione. In Campania a fronte delle 105 autorizzazioni uniche concesse ad altrettante imprese investitrici, ci sono oggi circa 30 conferenze di servizi sospese; in Calabria 15; in Sardegna 11. E si tratta solo di tre su otto

Facciamo qualche passo indietro. E andiamo al 19 settembre, quando il Dl n. 124, più noto come “Decreto Sud” ha istituito, dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno denominata Zes Unica, che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Con lo stesso Dl è stata prevista anche la costituzione della Struttura di missione Zes, presso la Presidenza del consiglio dei ministri, alle dirette dipendenze del ministro per gli Affari europei, il Sud, il Pnrr, Raffaele Fitto. A questa Struttura è previsto che vengano trasferite tutte le funzioni dei Commissari straordinari.

Se per un certo periodo si era pensato che le snelle agenzie territoriali avrebbero potuto continuare a operare in sinergia con la struttura di missione (e alcune Regioni tra cui la Sardegna ne hanno fatto richiesta), in realtà non è andata così. A mettere nero su bianco è stato il Dpcm del 20 novembre 2023, che ha stabilito che, dal primo gennaio 2024, le funzioni dei Commissari straordinari sarebbero state trasferite alla Struttura di missione Zes Unica. In quella occasione ne sono stati anche nominati il coordinatore (il consigliere di Stato Antonio Caponnetto) e due direttori generali. Nei giorni seguenti si è atteso che si avviasse quindi il previsto passaggio del testimone dai territori al centro. Ma ciò non è ancora avvenuto.

Arriviamo al 30 dicembre, quando una nota del Ministro Fitto ritorna sul tema e annuncia un rinvio: «Fino alla data di trasferimento delle funzioni alla Struttura di missione Zes, codesti Commissari straordinari (...) svolgono tutte le funzioni e le attività attribuite (...) alla Struttura di missione Zes». In altre parole, viene rinviata al primo marzo la data del trasferimento. Ma l’annuncio non viene pubblicato, ancora non è legge.

«Abbiamo avuto nota del Ministro nella quale ci viene comunicato che il 29 dicembre è stato firmato il Dpcm che fissa il trasferimento delle funzioni al 1° marzo. Allo stato però il provvedimento non è ancora stato pubblicato. Tale circostanza, anche in considerazione della mancata conoscenza dei contenuti nei dettagli, impedisce, nel rigoroso rispetto normativo, l’adozione di provvedimenti ad opera dei singoli commissari». «La struttura della Zes Sardegna – dice il commissario Aldo Cadau – composta di due persone, è a casa, visto che la proroga potrà avere effetto solo dopo la bollinatura del Dpcm da parte della Corte dei Conti». Cadau osserva: «Ma so per certo che l’imminente incontro darà le risposte che cerchiamo».

Fonte: Il Sole 24 Ore - Imprese e Territori del 9 gennaio 2024

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