Energia e materie prime: nasce il fondo sovrano

Il Fondo sovrano europeo per le filiere critiche della politica industriale è un’idea tutta ancora da costruire e i singoli Stati iniziano a puntare su progetti nazionali: la Francia pochi giorni fa, l’Italia con un disegno di legge in arrivo in consiglio dei ministri. Con l’obiettivo di far crescere sotto l’ombrello statale imprese ritenute strategiche nei comparti dell’energia e delle materie prime, il Ddl per il made in Italy - in arrivo in Cdm giovedì 18, ha confermato ieri il ministro Adolfo Urso - prevede investimenti del ministero dell’Economia con il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti e delle Casse previdenziali dei professionisti.

Il provvedimento conterrà anche un primo passaggio normativo per arrivare all’istituzione dei cosiddetti licei del made in Italy, che dovrebbero essere legati ai principali distretti industriali e prendere il via dall’anno scolastico 2024-2025. Per quanto riguarda il “Fondo sovrano”, il progetto messo a punto dal Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy guidato da Urso, arriva a distanza di pochi giorni dall’annuncio del governo francese che lancerà un Fondo in partnership con il fondo d’investimento privato InfraVia Capital Partners, un programma da quasi 2 miliardi di euro di cui 500 milioni di fondi statali. L’entità del Fondo italiano sarà in discussione tra i ministeri coinvolti fino all’ultimo prima del consiglio dei ministri ma l’obiettivo è mobilitare nella prima fase circa 1 miliardo di euro considerando l’apporto della Cassa depositi e prestiti e possibilmente quello delle Casse previdenziali dei professionisti.

La bozza del Ddl su «Misure organiche per la promozione, la valorizzazione e la tutela del made in Italy» parla di «supporto alla crescita e al consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche con riferimento alla fase dell'approvvigionamento di materie prime ed energia». In quest’ottica, il ministero dell’Economia (Mef) potrà investire, «a condizioni di mercato, nel capitale di imprese nazionali ad alto potenziale o di imprese nazionali che, in ragione della rilevanza sistemica già raggiunta, possano generare importanti esternalità positive per il Paese e ridurre i costi di coordinamento tra gli attori delle filiere coinvolte».

L’investimento potrà avvenire attraverso veicoli societari o fondi di investimento partecipati dalla Cassa depositi e prestiti oppure con strumenti di compartecipazione. Il profilo normativo sembra in sostanza rinviare ai veicoli di investimento di Cdp Equity nel venture capital e nel private equity. La norma in bozza prevede anche che ai veicoli di investimento possano partecipare investitori diversi dalle persone fisiche (si pensa a fondi pensione e assicurazioni) e gli enti e le fondazioni di previdenza regolati dal Dlgs 509 del 1994, le cosiddette Casse dei professionisti.

Prima dell’entrata in vigore del Fondo, occorrerà però un passaggio non banale cioè la predisposizione di un decreto attuativo (del Mef di concerto con il Mimit) che definisca le modalità e le condizioni di investimento nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato. Quest’ultimo è un aspetto delicato e si valuta se inserire nel testo una clausola che preveda espressamente l’ingresso del ministero dell’Economia nel capitale dei veicoli societari solo con quote di minoranza e quindi non di controllo. Il Ddl contiene anche alcune norme di contrasto alla contraffazione e di semplificazione, ad esempio per l’utilizzo del legno come materia prima nell’industria dell’arredamento.

Il provvedimento figura tra i collegati alla legge di bilancio e una volta approvato in consiglio dei ministri approderà in Parlamento. Qui nel frattempo sarà stata conclusa l’indagine conoscitiva sul “Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi” avviata dalla commissione Attività produttive della Camera, di sicuro una base di lavoro per integrare o correggere il testo via emendamenti.

Fondo: Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 16 maggio 2023

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