Competenze digitali: imprese puntano su formazione in casa

Dal developer al big data specialist. Dall’information security manager al data scientist. Sono alcune delle professioni Ict più ricercate nel mercato del lavoro. Ma la rivoluzione digitale, unita al 4,0, ha letteralmente cambiato, e trasversalmente in tutti i settori, l’organizzazione produttiva, e di conseguenza l’occupazione. Oggi, ci raccontano gli ultimi dati (2022) Unioncamere-Anpal, al 64% delle figure ricercate dalle aziende sono richieste competenze digitali. Non solo al top manager e ai profili più tecnici. Ma anche alle cosiddette “figure impiegatizie”, le cui mansioni si sono progressivamente modificate nel corso degli ultimi anni, con l’adozione sempre più massiccia di software amministrativi e gestionali. Circa la metà delle imprese richiede ai candidati, nelle selezioni, anche capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici; il 37,5% la capacità di applicare tecnologie “4.0” (robot collaborativi, manifattura additiva, realtà aumentata, simulazioni, integrazioni digitali, internet industriale, cloud, server security, big data).

Insomma le “e-skills”, e loro gradazioni, accanto alle soft skills, sono ormai fondamentali per la stragrande maggioranza degli impieghi, complice anche l’esperienza dello smart working che ha portato a un incremento nell’utilizzo di piattaforme e strumenti di interazione e condivisione digitali. E non è un caso che il 20% della spesa Pnrr per investimenti e riforme sia destinata agli obiettivi della transizione digitale. Il mercato del lavoro si sta già muovendo: dal 2022 al 2026 si stima che le competenze digitali saranno richieste a poco meno di 2,2 milioni di occupati. C’è però un forte “mismatch”: a livello complessivo già oggi intorno al 40% queste competenze non si trovano; una percentuale (purtroppo) in crescita.

Ecco allora che in attesa che i vari piani di “Scuola digitale” riescano davvero a incidere sulla didattica, e che le risorse del Pnrr siano messe a terra, sono sempre più le aziende che decidono di puntare, in casa, sulla formazione 4.0 di giovani e non. Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, assieme al ministero dell’Istruzione e del merito, ha fatto partire lo scorso settembre all’istituto Matteucci di Roma un nuovo indirizzo denominato “Liceo digitale”, frequentato da una trentina di studenti. Anitec-Assinform ha lanciato la piattaforma «Formati con noi», evidenziando i 16 profili professionali Ict più richiesti dal mondo produttivo.

Ci sono poi gli Its, gli Istituti tecnologici superiori, e le singole Academy aziendali. Fastweb, ad esempio, ha in campo la Fastweb Digital Academy che organizza corsi su creatività digitale, digital marketing, social media, programmazione, realtà virtuale e aumentata, sicurezza informatica. Tutti i corsi, completamente gratuiti, hanno come focus le professioni digitali e sono diretti sia a giovani che vogliono affacciarsi al mondo del lavoro, sia a professionisti che hanno bisogno di un upskill o reskilling delle proprie competenze. La durata dei corsi va dalle 1-2 ore dei corsi più brevi, alle 170 ore dei corsi sulla cybersecurity.

«Quest’anno, oltre che su cybersecurity e digital marketing, saranno approfonditi i temi dell’Iot (Internet of things) e del cloud con nuovi corsi intensivi che saranno disponibili a breve - ha sottolineato Anna Lo Iacono, Sustainability Senior Manager di Fastweb -. Chi si specializza in questi settori non avrà problemi a trovare lavoro nei prossimi anni». In campo anche Randstad con l’Its Tech Talent Factory (Randstad è socio fondatore), che propone percorsi di istruzione tecnica superiore post-diploma, finalizzati al conseguimento di un titolo di studio equivalente al 5° livello EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche). Il Tech Talent Factory è inserito all’interno di un network di 70 aziende Ict, offre 5 corsi biennali post diploma per professioni Ict. In sei anni di attività ha diplomato 272 ragazzi, l’85% ha trovato lavoro in posizione professionali coerenti con gli studi entro un anno dal diploma.

Accenture ha appena lanciato in Italia la prima edizione della Metaverse Academy, un percorso formativo destinato a 100 dei suoi giovani talenti. Tra i contenuti proposti, l’immersive experience design, il 3D modeling, l’AI generated content, Blockchain & NFT, Responsible Metaverse. L’obiettivo è comune a tutti: «Più le tecnologie diventano pervasive, più diventa necessario investire in formazione per aiutare a comprendere e padroneggiare questi strumenti», ha evidenziato Anna Nozza, responsabile Risorse umane di Accenture Italia.

Ma il 4.0 (e le competenze digitali) stanno impattando su tutta l'industria, inclusa la meccanica “pesante”. Ne è un esempio il Gruppo Pittini che nella formazione tecnica e soft crede e investe da sempre, grazie all’apporto della sua corporate school interna, Officina Pittini per la Formazione (Opf), che quest'anno celebra i primi 20 anni di attività. Le innovazioni di settore e l’ammodernamento degli impianti rendono necessari l’acquisizione di nuove competenze e l’aggiornamento continuo delle professionalità in ottica 4.0. «L’upskilling e il reskilling dei collaboratori è una nostra priorità - ha chiosato Micaela Di Giusto, Head of Human Resources, Talent Management and People Development - e all’interno delle aule di OPF trovano sempre più spazio moduli rivolti all’Industry 4.0 e all’automazione; dalla programmazione PLC su più livelli di competenza (dal base allo specialistico) fino alla modellazione e stampa 3D. Questo senza dimenticare l’importanza delle competenze trasversali, come problem solving e team working, che rappresentano un arricchimento fondamentale a livello lavorativo e, ancor più, personale».

Fonte: Il Sole 24 Ore, Rapporti del 14 marzo 2023

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