In un quadro di generale contrazione degli investimenti a livello mondiale - meno 11% nel 2024 a livello globale, seconda diminuzione consecutiva - l’Italia mostra una tenuta superiore ai Paesi vicini. E gioca la partita dell’attrazione di investitori esteri mettendo a sistema i diversi attori, su scala nazionale e locale. A Trieste, in una regione che è cerniera fra Europa e Mediterraneo, si è aperta ieri la terza edizione di Selecting Italy, due giorni di confronto sulle catene regionali del valore e la collaborazione fra i territori e i livelli nazionali di intervento organizzati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
«Questa Regione - ha detto in apertura l’assessora a Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia Alessia Rosolen - punta a utilizzare la propria posizione geografica come vantaggio competitivo in un sistema che deve rafforzare soprattutto le filiere a livello nazionale nell’ottica di una strategia puntuale che si fonda, oltre che su capitali e investimenti, soprattutto sulla valorizzazione delle persone. Questo evento rappresenta un momento strategico di confronto tra Regioni, imprese, istituzioni e investitori: un’occasione preziosa per condividere esperienze, rafforzare sinergie e, soprattutto, rilanciare insieme la capacità del nostro Paese di attrarre investimenti e generare innovazione».
Amedeo Teti, coordinatore della Segreteria tecnica permanente del Comitato interministeriale per l’Attrazione degli investimenti esteri, ha ricordato come lo sportello unico istituito nel 2022 stia seguendo 650 progetti dal suo avvio, quasi tutti di valore superiore ai 25 milioni di euro: «Abbiamo tolto qualche pregiudizio all’investitore industriale straniero, che può trovare un sistema di supporto che lo accompagna oltre a una raccolta di almeno 350 siti pronti all’uso». E per Fabrizio Lobasso, vice direttore generale per l’Internazionalizzazione al ministero degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, «oggi la competizione internazionale anche per quello che riguarda l’attrazione di investimenti non si basa solo su dati e fatti, ma è un elemento fortemente identitario, relazionale: un Paese non viene scelto solo per i suoi fondamentali, ma per quello che evoca».
A Trieste, per i tavoli di lavoro organizzati nella due giorni, sono arrivati rappresentanti di tutte le regioni italiane. Paolo Ernesto Tedeschi, direttore per la Competitività territoriale e Autorità di Gestione Regione Toscana e rappresentante della Conferenza delle Regioni nel Comitato attrazione investimenti esteri, rimarca come «il sistema funziona se tutti gli ingranaggi girano in modo coordinato. Qualunque investimento estero, materiale o immateriale, va calato su un territorio con il quale deve dialogare».
Un esempio che sta dando risultati riguarda le Zone economiche speciali. Giuseppe Romano, coordinatore della Struttura di missione Zes della presidenza del Consiglio dei ministri, ha citato i numeri conseguenti all’introduzione dell’autorizzazione unica per gli imprenditori: nei primi 18 mesi ne sono state concesse 866, che corrispondono ad altrettanti investimenti per un totale di 10 miliardi di valore e 15 mila nuovi occupati, ma se si guarda anche all’indotto le cifre arrivano a 40 miliardi e 35mila nuovi addetti. Fra i ruoli di supporto al sistema quello di Cassa Depositi e Prestiti, di cui Alberto Carriero, responsabile Filiere industriali strategiche, ha ricordato la capacità di mediare fra risorse pubbliche e iniziative private. Oggi la giornata conclusiva con i ministri Antonio Tajani (Affari esteri e Cooperazione internazionale), Giancarlo Giorgetti (Economia e finanze), Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione) e alcuni governatori, agenzia Ice e gli amministratori delegati di aziende quali Dumarey Automotive Italia, BASF Italia, Nidec Acim, DHL Express Italy, Performance Medical Technologies e Toyota Material Handling Italia.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Imprese e Territori del 5 novembre 2025.