In manovra entra un nutrito “pacchetto ammortizzatori” da circa 400 milioni. Dalla pesca ai call center passando per le grandi aziende in crisi alle prese con complessi piani di riorganizzazione e ristrutturazione. Ma procediamo con ordine.
Con 30 milioni si rifinanzia, nel 2026, l’indennità onnicomprensiva, di importo non superiore a 30 euro giornalieri, per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca. Ulteriori 100 milioni, sempre per il prossimo anno, vengono stanziati per prorogare e rifinanziare i trattamenti di Cigs e mobilità in deroga (fino a un massimo di 12 mesi) in favore dei lavoratori dipendenti o licenziati da imprese ricadenti nei territori dichiarati aree di crisi industriale complessa al fine di consentire la loro rioccupazione anche tramite percorsi di politica attiva. Prevista anche la proroga dell’esonero della contribuzione addizionale per le unità produttive di imprese nelle aree di crisi industriale complessa stabilito dal decreto legge 92 del 2025 per un periodo massimo complessivo di autorizzazione di 12 mesi. Sul piatto si mettono 6,5 milioni.
Si interviene poi sulle imprese che cessano o che abbiano cessato l’attività produttiva consentendo loro di accedere, qualora ricorrano le condizioni previste dalla legge, a un ulteriore intervento di Cigs per un periodo massimo di 12 mesi finalizzato alla gestione degli esuberi di personale. Per questa misura sono stanziati 100 milioni di euro nell’ambito della ripresa dell’attività economica. Qualora invece, previo accordo in sede ministeriale, all’esito di un programma aziendale di cessazione di attività sussistano concrete ed attuali prospettive di rapida cessione, anche parziale, dell’azienda con conseguente riassorbimento occupazionale, viene autorizzato un ulteriore intervento di integrazione salariale straordinaria per un periodo massimo di sei mesi, non ulteriormente prorogabili, entro il limite di 20 milioni di euro. Altri 19 milioni per il 2026 serviranno per prorogare la misura di sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese del gruppo Ilva, anche ai fini della formazione professionale per la gestione delle bonifiche.
Sempre in manovra, attesa in Parlamento, scatta la proroga annuale, dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2026, delle convenzioni tra ministero del Lavoro e regioni per assorbire i lavoratori socialmente utili; e si stanziano 20 milioni per il 2026 per le misure di sostegno al reddito in favore dei lavoratori dei call center in considerazione della parziale operatività finanziaria del fondo bilaterale per la Filiera delle Telecomunicazioni.
Novità anche per le imprese di interesse strategico nazionale con un numero di lavoratori dipendenti non inferiore a mille, che hanno in corso piani di riorganizzazione aziendale non ancora completati per la complessità degli stessi. Per costoro si stabilisce la possibile fruizione di un ulteriore periodo di cassa integrazione salariale straordinaria fino al 31 dicembre 2026 al fine di salvaguardare il livello occupazionale e il patrimonio delle competenze dell’azienda medesima. Per questa misura vengono stanziati 63,3 milioni di euro.
Vengono inoltre stanziati 50 milioni aggiuntivi per il 2026 e altrettanti per il 2027 della misura della cig straordinaria per riorganizzazione o crisi aziendale. La misura, che può arrivare fino a 12 mesi di integrazione al reddito, serve per attutire gli effetti sui territori in termini di esuberi e ricadute occupazionali.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 22 ottobre 2025.