Transizione 4.0, lista d’attesa per i crediti di imposta

Si forma subito una lista d’attesa per i crediti d’imposta del piano Transizione 4.0. Dopo solo un giorno di operatività della piattaforma gestita dal Gse (Gestore dei servizi energetici) per conto del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) è stata virtualmente già raggiunta la cifra di 2,2 miliardi di euro, cioè il tetto di spesa fissato dal ministero dell’Economia con l’ultima legge di bilancio per gli investimenti effettuati nel 2025 (con coda per le consegne fino a metà 2026).

È un risultato provvisorio, però, perché un quadro certo si avrà solo tra 30 giorni. In quella data infatti si saprà quante delle comunicazioni presentate dalle imprese non rientrano nelle regole della legge di bilancio (investimenti effettuati con il vecchio modello e che presentano acconti del 20% entro il 31 dicembre 2024).

Queste aziende potranno usufruire del credito d’imposta in via completamente automatica quindi senza prenotazione. Vuol dire, di conseguenza, che i loro benefici fiscali non andranno considerati nel conteggio finale ai fini del rispetto del plafond di 2,2 miliardi di euro.

Il punto è che questo dato sarà noto solo tra 30 giorni perché così prescrivono i decreti direttoriali del Mimit che hanno introdotto un nuovo modello per la comunicazione dei crediti d’imposta (dal 15 maggio 2025) e l’avvio della piattaforma. La procedura si articola in tre fasi: 1) comunicazione ex ante indicando gli investimenti previsti e il relativo credito, sulla cui base si forma l’ordine cronologico per l’attribuzione; 2) comunicazione di acconto (entro 30 giorni dalla prima, dando evidenza dell’acconto pagato ai fornitori non inferiore al 20%); 3) comunicazione di completamento (dopo che l’investimento è stato effettuato). Per chi ha già comunicato con il vecchio modello c’è un obbligo di confermare entro 30 giorni la comunicazione preventiva con il nuovo modulo. Sono passaggi decisivi per capire se e quanta parte del plafond complessivo di 2,2 miliardi di euro tornerà in gioco. A quel punto si potrà scorrere la lista d’attesa e il Gse informerà le imprese del ripescaggio, secondo l’ordine cronologico di trasmissione delle comunicazioni.

La procedura per assicurarsi i vantaggi fiscali del vecchio piano Transizione 4.0, che incentiva gli investimenti in beni strumentali funzionali a processi di digitalizzazione, è entrata nel vivo mentre il governo cerca ancora una soluzione, da concordare con la Commissione europea, per utilizzare le risorse del nuovo piano Transizione 5.0 (digitalizzazione abbinata ad efficienza energetica).

Si tratta di agevolazioni finanziate con 6,23 miliardi di euro a valere sul Pnrr: negli ultimi mesi c’è stata un’accelerazione dei progetti presentati dalle imprese ma secondo gli ultimi dati del Gse l’assorbimento è comunque fermo a 1,26 miliardi (circa il 20% del totale).

Fonte: Il Sole 24 Ore, Politica economica del 19 giugno 2025.

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