Fisco in pressing sulle imprese con rilevanti crediti ricerca e sviluppo in vista del riversamento in scadenza lunedì 3 giugno. Nelle ultime settimane si sono intensificate le attività di controllo sui crediti ricerca e sviluppo (R&S) compensati tra il 2016 e il 2021. Le comunicazioni ricordano la possibilità di definire la posizione aderendo alla sanatoria prevista dall’articolo 5 del Dl 146/2021 i cui termini sono fissati al 3 giugno 2025. Per consentire alle imprese di recuperare i dossier che risalgono anche ad anni molto remoti, assumendo poi una decisione ponderata, sarebbe opportuna una proroga del termine a dopo l’estate.
Questionari e riversamento
L’articolo 19 del Dl 25/2025 ha disposto la riapertura dei termini per il riversamento dei crediti R&S (Dl 145/2013) previsto dal Dl 146/2021. La nuova scadenza è stata fissata in modo molto ravvicinato a lunedì 3 giugno 2025.
Diverse imprese hanno ricevuto in questi giorni dagli uffici dell’agenzia delle Entrate richieste di documentazione riguardanti i crediti riversabili con particolare riferimento alla dimostrazione dell’esistenza dei requisiti previsti dal cosiddetto «manuale di Frascati». In molti casi le richieste partono dai crediti compensati nel 2016 e nel 2017 dato che, in base alla costante interpretazione degli Uffici (secondo cui l’assenza dei requisiti rende i crediti compensati «inesistenti») e alla proroga di due anni prevista dal Dl 146/2021, il termine per la notifica degli atti di recupero scadrà, rispettivamente, nel 2026 e nel 2027. La documentazione, che fu predisposta ed archiviata quasi dieci anni fa, deve essere rivista e adeguatamente commentata prima di essere consegnata agli Uffici tenendo conto delle successive e diverse interpretazioni dell’amministrazione finanziaria.
Il tempo disponibile
La riapertura dei dossier sui vecchi crediti R&S può offrire lo spunto per valutare l’opportunità di riversare senza sanzioni gli importi compensati evitando lunghi contenziosi (anche penali per importi superiori a 50mila euro all’anno). Manca però il tempo tecnico per poter svolgere una valutazione adeguata, tenendo conto che spesso i termini per la consegna dei documenti scadono a ridosso nella scadenza del 3 giugno, se non addirittura oltre tale data.
Sarebbe dunque più che mai opportuno uno slittamento di questo termine a dopo l’estate onde consentire ai contribuenti di svolgere una analisi approfondita (anche mediante contraddittori e interlocuzioni con gli Uffici) ed individuare gli eventuali progetti che non possiedono i requisiti richiesti dal fisco, effettuando, se del caso, riversamenti parziali. L’eliminazione dei costi solo di alcuni progetti, inoltre, rende necessario un ricalcolo assai complesso per definire l’importo del riversamento: trattandosi di agevolazione incrementale, si deve procedere a verificare se la media di riferimento resta invariata o va modificata (applicando retroattivamente i criteri di «Frascati»).
La proroga potrebbe infine consentire al ministero dell’Economia di emanare il preannunciato atto di indirizzo sulla distinzione tra crediti inesistenti e crediti non spettanti, da cui i contribuenti (oltre che la stessa Agenzia) potrebbero trarre istruzioni importanti ai fini del comportamento da seguire.
Certificazione in stand by
Un ulteriore aspetto da considerare, e su cui mancano chiarimenti delle Entrate, riguarda i rapporti tra procedimento tributario e procedura di «certificazione» dei crediti regolata dal Dpcm 15 settembre 2023 e dal decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) del 21 febbraio 2024. Visti i tempi richiesti dalla procedura di verifica da parte del ministero delle Imprese e del made in Italy, dovrebbe essere confermato che dopo l’invio della «richiesta di accesso della alla procedura» (la cosiddetta prenotazione regolata dall’articolo 7 del Dm), la notifica di un eventuale Pvc da parte dell’Ufficio non è più tale da inibire la efficacia della certificazione. In ogni caso, l’avvio delle valutazioni finalizzate ad una possibile certificazione è comunque consigliabile anche in presenza di questionario. Laddove non si dovesse giungere al termine del percorso prima della notifica di un Pvc, la perizia (certificazione «pro-forma») potrà comunque essere utilizzata nella fase di negoziazione per un’eventuale adesione.
Controlli e riversamento
Molte imprese hanno in corso controlli del fisco sui crediti R&S compensati tra 2016 e 2021. I tempi per recuperare la documentazione a distanza di molti anni sono in genere incompatibili con la scadenza del 3 giugno 2025 entro cui sarebbe possibile riversare in tutto o in parte i crediti aderendo alla sanatoria del Dl 146/2021
La proroga
Sarebbe opportuna una proroga di alcuni mesi al fine di consentire alle imprese di assumere una decisione meditata anche dopo aver svolto le opportune interlocuzioni con l’agenzia delle Entrate. il rinvio consentirebbe l’emanazione dell’atto di indirizzo del Mef sui crediti inesistenti.
Vanno verificate le tempistiche richieste dalla certificazione dei crediti (procedura di conferma da parte del Mimit) con quelle di eventuali attività del fisco. Non è chiaro a partire da quale fase, la notifica di un PVC non è più tale da inibire l’efficacia della certificazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Norme e Tributi del 29 maggio 2025