Per il Programma sviluppo rurale (PSR) 2014-2022 la Regione Lazio ha erogato ad oggi in totale 967,7 milioni di euro, pari al 86.3% della dotazione finanziaria disponibile per l’attuazione del programma. Un risultato che ha consentito alla Regione di superare la cosiddetta “soglia del disimpegno automatico” al 31 dicembre 2024, utilizzando a pieno le risorse finanziarie disponibili e, soprattutto, quindi evitando le decurtazioni finanziarie e la relativa restituzione dei fondi alla Unione europea per il mancato utilizzo delle stesse risorse. I dati emergono dalla elaborazione effettuata dalla direzione Agricoltura della Regione Lazio.
Numeri, che, spiegano dalla Regione, permettono «di vedere sempre più ravvicinato l’obiettivo di utilizzare completamente le risorse finanziarie messe a disposizione del Psr Lazio 2014-2022; che, anche attraverso la procedura concordata e messo a punto con il ministero dell’Agricoltura per la modifica dei “tassi di cofinanziamento”, permetteranno di raggiungere tale obiettivo con un certo anticipo rispetto al termine del 31 dicembre 2025». Ciò vuole dire - spiega ancora la Regione - che entro tale scadenza «saranno erogati ulteriori pagamenti effettivi per 122,07 milioni di euro a cui si aggiungono 15,3 milioni del fondo Next GenerationEU e quelli che saranno effettuati, fuori dal rischio disimpegno», per il Complemento regionale per lo Sviluppo Rurale (Csr) 2023/27.
I 967,7 milioni erogati, aggiunge la Regione, posizionano l’ente «al secondo posto, solo dopo la Valle d’Aosta, che ha il Psr con minor dotazione finanziaria d’Italia, tra le 12 regioni che hanno scelto l’ Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) quale organismo pagatore, e nelle prime cinque posizioni a livello nazionale, prima di un ampio pacchetto di Regioni che, ben attrezzate, hanno storicamente sempre preceduto il Lazio in termini efficienza finanziaria».
L’analisi poi si concentra sulla qualità della spesa: «La Regione Lazio - prosegue - si è contraddistinta per un corretto equilibrio tra le varie misure di intervento, con importanti livelli di utilizzazione da parte delle cosiddette “misure strutturali”, quelle più consone ad una politica degli investimenti, ma anche con un set di pagamenti importanti a favore di misure volte a premiare metodi di produzione sostenibili e rispettosi dell’ambiente, su tutti l’agricoltura biologia e il benessere animale, ed infine con un focus importante sulle politiche per il ricambio generazionale in agricoltura (start up)».
I numeri dei finanziamenti regionali si inseriscono in un trend positivo per il settore primario del Lazio. A fine 2024 si sono registrate 40.172 imprese, con una variazione dello stock pari a +0,93 per cento, in controtendenza rispetto al -1,06% nazionale. Anche l’export regista numeri positivi: nel 2024, sono stati esportati quasi 414 milioni di euro di prodotti agricoli, +9,3% rispetto all’anno precedente. Un trend che ha superato il totale nazionale (fermo a +5,1%).
«Abbiamo puntato principalmente sulle tematiche che riteniamo fondamentali. Mi riferisco - spiega Giancarlo Righini, assessore al Bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio - alla sensibilità nei confronti dei giovani agricoltori; alla spinta verso un modello di produzione agricola sostenibile; all’attenzione a favore delle condizioni di benessere degli animali in allevamento; all’introduzione di un approccio innovativo alle problematiche del rafforzamento del tessuto socio-economico nelle zone rurali; alla consapevolezza circa la necessità di favorire l’ammodernamento e la competitività delle imprese agricole e di quelle della trasformazione e della commercializzazione con investimenti e innovazione».
Fonte: Il Sole 24 Ore, Imprese e territori del 12 marzo 2025