Cambiamenti climatici, Enea: "Investire su rinnovabili e trasporti alternativi"

I temi che coinvolgono i cambiamenti climatici e la transizione energetica sono strettamente interconnessi e costituiscono il fulcro del lavoro di ricerca e studio di Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Telematica Italia ha intervistato il climatologo di Enea Gianmaria Sannino, dal 2022 direttore della divisione Enea "Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali". La divisione è focalizzata sullo studio del cambiamento climatico e dei suoi impatti, sull’inquinamento atmosferico e sulla prevenzione del rischio sismico e idrogeologico. Sannino che dal 2015 al 2022 è stato responsabile del Laboratorio di modellistica climatica e impatti dell’Enea, ha conseguito la laurea in Oceanografia all’Università degli Studi di Napoli Parthenope e il dottorato di Ricerca in scienze e Ingegneria del Mare presso l’Università Federico II di Napoli“Il tempo a disposizione per invertire la rotta e ‘ripulire’ il pianeta dalle nostre emissioni di anidride carbonica – ha affermato Sannino - sta rapidamente esaurendosi. Cittadini e imprese devono trasformare il loro modo di pensare e agire, affinché si possano vedere miglioramenti concreti”.

Dottor Gianmaria Sannino, può presentarci la divisione Enea “Modelli, osservazioni e scenari per il cambiamento climatico e la qualità dell’aria” che dirige?

“La Divisione conduce studi, indagini e ricerche finalizzati alla comprensione del sistema climatico e della sua variabilità e predicibilità sulla base di modelli numerici e osservazioni di lungo periodo e predispone modelli avanzati e misure per la valutazione di politiche, piani e strategie per l’adattamento al cambiamento climatico e la mitigazione dei rischi ed effetti derivanti dagli eventi climatici estremi e dall’inquinamento atmosferico. Conduce attività di studio e ricerca orientate alla comprensione della dinamica dell’atmosfera, degli oceani, del clima e la sua variabilità, e della qualità dell’aria, attraverso un approccio multidisciplinare che integra osservazioni e simulazioni. Particolare attenzione è rivolta allo studio del cambiamento climatico, allo sviluppo dei servizi climatici, alla relazione tra qualità dell’aria e clima, anche attraverso l’utilizzo di modelli specifici per la valutazione di politiche economiche, piani e strategie”.

Il cambiamento climatico è un tema centrale nella discussione odierna. Quali misure sta adottando l'Italia per promuovere la sostenibilità ambientale nel settore energetico?

“Sebbene il cambiamento climatico sia oggi un tema di grande attualità, è importante sottolineare che le prime discussioni scientifiche risalgono già alla fine del 1800, quando si iniziò a ipotizzare un legame tra l'anidride carbonica e il riscaldamento del pianeta. Nei primi anni del XX secolo, questo tema continuò a essere studiato, e nel 1979 venne pubblicato un rapporto cruciale che consolidava la correlazione tra le emissioni di CO2 e l’aumento delle temperature globali. Il rapporto, dal titolo ‘Carbon Dioxide and Climate: A Scientific Assessment’ fu realizzato dal National Research Council negli Stati Uniti, sotto la guida del meteorologo Jule Charney. Il rapporto stimava che un raddoppio della concentrazione di CO2 atmosferica rispetto ai livelli preindustriali avrebbe portato a un aumento della temperatura media globale di circa 1,5-4,5°C. Previsione ancora oggi in linea con le stime dei modelli climatici più avanzati. Il cambiamento climatico è quindi un argomento dibattuto da oltre un secolo. Tuttavia, nonostante gli avvertimenti degli scienziati, le emissioni di CO2 sono costantemente aumentate, aggravando progressivamente la situazione. Il problema fondamentale risiede nel fatto che l'aumento delle molecole di anidride carbonica nell'atmosfera intensifica il riscaldamento globale. L’umanità, trascurando l’importanza di queste scoperte, non ha affrontato adeguatamente la questione, sottovalutandone le implicazioni”.

Parliamo della transizione energetica. Quali sono gli obiettivi principali di questa transizione e quali strategie sono in atto per raggiungerli?

“Le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivano sia da processi naturali che dalle attività umane. Oggi, stiamo respirando concentrazioni di CO2 che nessun altro essere umano ha mai sperimentato negli ultimi milioni di anni. Questo gas, pur non avendo effetti tossici diretti sull’organismo umano, ha un impatto devastante sul clima del nostro pianeta. La CO2 contribuisce all’effetto serra, intrappolando il calore nell’atmosfera e alterando il bilancio energetico terrestre. Nel 2023, è stato stimato che la concentrazione di CO2 in atmosfera abbia raggiunto il valore record di 420 parti per milione (ppm), vale a dire il 50% in più della concentrazione presente nel periodo pre-industriale, quando la concentrazione di CO2 si attestava sulle 280 ppm. Data questa premessa, è fondamentale avviare un processo di cambiamento dall'uso predominante di fonti energetiche tradizionali, come combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale), a fonti energetiche rinnovabili e sostenibili, come l'energia solare, eolica, idroelettrica e biomassa, noto come transizione energetica. Questo processo mira a ridurre le emissioni di gas serra, contrastare il cambiamento climatico, migliorare la sicurezza energetica e promuovere uno sviluppo economico sostenibile”.

Vorrei ora affrontare le problematiche attuali legate agli eventi meteorologici estremi causati dal cambiamento climatico. Qual è l'impatto ambientale dell'uomo su questi eventi e come stanno influenzando il settore energetico?

“L’aumento delle temperature globali ha portato a ondate di calore più frequenti e intense, che possono causare incendi boschivi e stress idrico. Le tempeste, uragani e tifoni sono diventati più intensi, causando inondazioni devastanti e danni significativi alle comunità. Alcune regioni stanno vivendo periodi di siccità prolungati, che influiscono sulla disponibilità di risorse idriche e agricole. Il riscaldamento delle acque oceaniche contribuisce all'innalzamento del livello del mare, mettendo a rischio le comunità costiere e le barriere coralline. Le condizioni meteorologiche estreme possono influenzare la produzione di energia rinnovabile, come l'energia solare e eolica. Ad esempio, le ondate di calore possono ridurre l'efficienza dei pannelli solari, mentre le tempeste possono danneggiare le turbine eoliche. Le inondazioni e le tempeste possono danneggiare le infrastrutture energetiche, causando interruzioni nella fornitura di energia. Il settore energetico sta adottando misure per adattarsi e al contempo mitigare gli effetti del cambiamento climatico, come migliorare la resilienza delle infrastrutture e investire in tecnologie più sostenibili. Questi impatti sottolineano l'importanza di adottare misure urgenti per ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la resilienza delle comunità e delle infrastrutture energetiche”.

Quali strumenti esistenti possono aiutare le imprese a sviluppare progetti green, innovativi e sostenibili?

“Per ridurre le emissioni di anidride carbonica è fondamentale puntare con decisione sulle fonti di energia rinnovabile come l'idroelettrico, il solare fotovoltaico, le bioenergie, l'eolico e il geotermico. Parallelamente, è essenziale continuare a investire in ricerca e sviluppo in questi settori, promuovendo anche soluzioni di trasporto sostenibile per la vita quotidiana. Queste fonti energetiche rappresentano una chiave cruciale per ridurre le emissioni di gas serra e costruire un futuro energetico sostenibile. Viviamo in un mondo con un clima in rapida evoluzione, che richiede un adattamento che traguardi i possibili scenari climatici futuri. Stiamo già osservando fenomeni estremi come estati caratterizzate da prolungate ondate di calore, dove la temperatura minima fatica a scendere sotto i 22 gradi, e un aumento del rischio idrologico durante le stagioni autunnali e primaverili. Per la prima volta, dal periodo pre-industriale, la temperatura media superficiale del nostro pianeta ha superato la soglia del grado e mezzo. Non è un caso che molti degli eventi estremi che hanno caratterizzato il 2024, come le forti precipitazioni che hanno colpito la nostra nazione e quelle drammatiche che hanno colpito la città di Valencia, sono legate a doppio filo con l’anomala temperatura registrata nel Mediterraneo. È urgente una transizione energetica, ecologica e digitale, insieme alla promozione di un’economia circolare ed un uso efficiente dell’energia prodotta. Il nostro compito come climatologi, è quella di fornire scenari climatici affidabili e con un alto dettaglio spaziale. L'elaborazione di tali scenari, con previsioni sulle temperature e sulle precipitazioni a diversi orizzonti temporali e la definizione dei potenziali impatti sull'ambiente, è alla base delle politiche e delle strategie di mitigazione e adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. I climatologi lavorano per fornire informazioni a lungo termine sul clima. Ad esempio, è possibile fare previsioni in ambito agricolo per determinare quali coltivazioni siano adatte a una specifica zona in un determinato periodo. Inoltre, è possibile gestire la rete ferroviaria dal punto di vista dei cambiamenti climatici, considerando rischi come frane e deformazioni dei binari”.

Le imprese come possono prepararsi per ridurre i rischi associati alle calamità naturali e cosa possono concretamente fare per prevenirli?

“La questione è cosa vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli e alle generazioni future. Se la concentrazione di anidride carbonica continuerà ad aumentare, il pianeta continuerà a riscaldarsi. Non è mai troppo tardi per iniziare a cambiare e adottare politiche green. Tuttavia, fino ad ora non abbiamo fatto abbastanza, i buoni propositi da soli non sono sufficienti”.

L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca, all'innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell'energia, dell'ambiente e dello sviluppo economico sostenibile (art. 4 Legge 28 dicembre 2015, n. 221).

ENEA dispone di personale altamente qualificato, laboratori avanzati, impianti sperimentali e strumentazioni di eccellenza per la realizzazione di progetti, studi, prove, valutazioni, analisi e servizi di formazione con particolare riferimento all’innovazione di prodotto e di processo e alla valorizzazione dei risultati per contribuire allo sviluppo e alla competitività del Sistema Paese.

Sin dalla nascita negli anni ’60, i suoi punti di forza sono la ricerca applicata, il trasferimento tecnologico e l’assistenza tecnico-scientifica a imprese, associazioni, territori, amministrazioni centrali e locali. Il suo riferimento istituzionale è il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

I settori di specializzazione sono le tecnologie energetiche (fonti rinnovabili, accumuli, reti intelligenti) dove l’Agenzia è anche il coordinatore del Cluster Tecnologico Nazionale Energia, la fusione nucleare e la sicurezza (dove l’Agenzia è coordinatore nazionale per la ricerca), l’efficienza energetica (con l’Agenzia Nazionale per l’efficienza), le tecnologie per il patrimonio culturale, la protezione sismica, la sicurezza alimentare, l’inquinamento, le scienze della vita, le materie prime strategiche, il cambiamento climatico. Tra le questioni emergenti, l'ENEA sostiene il sistema produttivo e le autorità pubbliche (Ministero dell'ambiente e della Sicurezza Energetica e Ministero delle Imprese e del Made in Italy in particolare) nella transizione verso l'economia circolare e l'efficienza delle risorse.

Per rafforzare le sue attività, ENEA collabora con numerosi enti e istituzioni di ricerca nazionali e internazionali quali Texas Tech University, Standford Research Institute, New Delhi University, l’Accademia delle Scienze cinese, ICTP, TWAS, e partecipa a piattaforme tecnologiche e network quali EERA (European Energy Research Alliance), ECRA (European Climate Research Alliance), MEDENER ed Enterprise Europe Network , la più grande rete di servizi a sostegno della competitività e dell’innovazione per le PMI.

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