Donne e giovani agricoltori al centro delle politiche di sostegno della Regione Lazio. Sono stati pubblicati, infatti, nel mese di aprile due importanti bandi.
Si tratta di “Donne, Innovazione e Impresa” con cui la Regione Lazio sostiene la crescita delle micro, piccole e medie imprese femminili incentivando la realizzazione di Progetti di innovazione aziendale riguardanti le 9 aree di specializzazione individuate dalla Smart Specialization Strategy Regionale (RIS3), vale a dire “Green Economy”, “Industrie Creative e Digitali”, “Patrimonio Culturale e Tecnologie della Cultura”, “Agrifood”, “Economia del Mare”, “Sicurezza”, “Automotive e Mobilità Sostenibile”, “Scienze della Vita” e “Aerospazio”.
L'altro bando è “Aiuti avviamento aziendale per giovani agricoltori” attraverso il quale, la Regione sostiene i giovani agricoltori con età compresa tra 18 e 40 anni (41 anni non compiuti) al momento della presentazione della domanda di sostegno, che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola di adeguate dimensioni economiche, in possesso di una propria posizione fiscale e previdenziale e di specifiche qualifiche e competenze professionali.
“L’evoluzione delle imprese femminili negli ultimi anni – afferma Roberta Angelilli, assessore regionale per lo Sviluppo Economico - mostra un netto cambiamento in atto nella partecipazione in generale delle donne al sistema produttivo nazionale. E se da un lato diminuisce la loro presenza nei settori tradizionali, aumenta invece in altri comparti, molti dei quali rientrano tra quelli più innovativi o comunque a maggior contenuto di conoscenza. Riteniamo sia fondamentale sostenere la capacità d’innovazione dell'imprenditoria femminile nella nostra regione anche attraverso questo nuovo bando, per rendere più competitivo l’intero tessuto produttivo del Lazio”.
I progetti di innovazione aziendale devono avere l’obiettivo di migliorare in prospettiva i risultati economici e la competitività aziendale, vale a dire incrementare i ricavi o ridurre i costi aziendali in modo strutturale, per effetto dell’introduzione di una o più Innovazioni di prodotto o di processo aziendale che devono essere nuove per la PMI femminile beneficiaria, ma non necessariamente per il mercato. Ciascun progetto di innovazione aziendale ammissibile deve prevedere spese ammissibili da rendicontare (immobilizzazioni materiali, canoni per nuovi software, infrastrutture o piattaforme ICT, system integration applicativa e connettività dedicata, immobilizzazioni immateriali di ricerca contrattuale, di servizi, conoscenze e brevetti, consulenze specialistiche) non inferiori a 50.000 euro, alle quali si aggiungono spese per il personale e costi generali, amministrativi e indiretti, riconosciuti in misura forfettaria. È concesso un contributo a fondo perduto (sovvenzione diretta in denaro) con importo massimo di 145.000 euro per singola PMI, con una percentuale di copertura dal 40% al 60% dell’importo complessivo dei costi ammissibili del Progetto (somma delle Spese da Rendicontare e dei costi forfettari). Le domande di sostegno possono essere presentate fino alle ore 17:00 del 12 giugno 2024 on-line tramite la piattaforma GeCoWEB Plus.
“Il nuovo bando 2024 – continua l’assessore Angelilli - mette a disposizione 5 milioni di euro da risorse del Programma FESR 2021-2027, e concede contributi a fondo perduto per un importo massimo di 145mila euro per ciascun progetto presentato da imprese femminili per l’introduzione di innovazioni di prodotto o di processo aziendale. Ciascuna impresa femminile può presentare un solo progetto agevolabile riguardante la produzione di un bene o servizio nuovo o migliorato, che si differenzi in modo significativo rispetto a quelli già realizzati dall’impresa, ad esempio sul piano delle caratteristiche tecniche, dei componenti, dei materiali, del software incorporato, della facilità d’impiego, della semplificazione della procedura di utilizzo, della maggiore flessibilità o di altri elementi concernenti le prestazioni e le funzionalità.
Sono considerate imprese femminili: la lavoratrice autonoma; l’impresa individuale la cui titolare è una donna; la società cooperativa; la società di persone o lo studio associato in cui il numero di donne socie o associate rappresenti almeno il 60 per cento dei componenti della compagine sociale; la società di capitale le cui quote di partecipazione siano possedute in misura non inferiore ai due terzi da donne e da imprese femminili e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne. Tale requisito aziendale dev’essere posseduto dall’impresa al momento della presentazione della domanda ed essere mantenuto per almeno tre anni dall’erogazione del contributo.
Nel Lazio – spiega Angelilli - la quota di imprese femminili sul totale delle imprese attive è pari al 24%; un dato leggermente superiore alla media nazionale (23%) e sotto la media europea (32%). Il Lazio si posiziona terzotra le regioni italiane come numero di imprese femminili, con 139.107 unità per la maggior parte concentrate a Roma e provincia (97.136). Si tratta di imprese attive perlopiù nel settore del commercio (27% del totale), in quello dell’Agricoltura (13%), nella ristorazione e alloggi (11%), nei servizi (11%). Ciò evidenzia come quello femminile sia un segmento produttivo meno industrializzato. La nostra regione – conclude l’assessore Roberta Angelilli - vanta la maggiore concentrazione (40,5%) di imprese femminili costituite come società di persone, ed è primo tra le regioni per incidenza delle imprese femminili in forma di società di capitale con il 42,4%”.
Per quanto riguarda il bando destinato agli “Aiuti all'avviamento aziendale per i giovani agricoltori”, la misura per la quale sono stati stanziati complessivamente 25 milioni di euro vuole favorire il ricambio generazionale nella gestione delle imprese agricole attraverso la corresponsione di un premio per i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in una azienda agricola.
Il contributo massimo concesso per l’insediamento ammonta a 50mila euro per insediamenti in zona ordinaria e 70mila euro per insediamenti in zona svantaggiata.
“Si tratta di un provvedimento estremamente importante – dichiara l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini - perché è destinato ai giovani agricoltori che sono i primi custodi della terra e dall'ambiente e quanto tali rappresentano il futuro di un settore che è strategico per il nostro territorio. Senza dimenticare che, grazie alle straordinarie competenze tecnologiche e a un'opportuna formazione, le nuove generazioni possono far imprimere al mondo agricolo un decisivo cambio di passo. Il nostro compito è, quindi, quello di accelerare questo processo con misure puntuali e adeguate come quella che abbiamo messo in campo oggi”.