"Telematica Italia valuta positivamente la richiesta avanzata dal Governo di estendere le ZES “Zone Economiche Speciali” a tutti i territori del Mezzogiorno: Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna".
A parlare è il responsabile nazionale della divisione di finanza agevolata di Telematica Italia, Carmine Calvanese, sulla Zona economica speciale unica.
Attualmente le ZES attive sono 8:
ZES Abruzzo
ZES Calabria
ZES Campania
ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata
ZES Adriatica Interregionale Puglia-Molise
ZES Sicilia Orientale
ZES Sicilia Occidentale
ZES Sardegna
"Queste ZES - continua Calvanese - ad oggi insistono su alcune aree geografiche delimitate e chiaramente identificate, aventi un coerente e funzionale nesso economico (aeroporti, interporti e aree industriali/produttive) e che includono almeno un porto.
Nelle ZES, previste e disciplinate dal Decreto legge 20 giugno 2017 n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017 n. 123 (GURI Serie Generale n. 188 del 12 agosto 2017) e successive modificazioni, nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Ad oggi, la misura agevolativa destinata a queste aree, che ha una scadenza fissata al 31/12/2023, è il Credito d’imposta per gli investimenti nelle ZES.
Questo credito d’imposta prevede un’agevolazione pari al 45% degli investimenti per le micro e piccole imprese, 35% per le medie imprese e 25% per grandi imprese e incentiva la realizzazione di progetti d'investimento, di importo massimo pari a 100 milioni di euro, relativi a:
- creazione di un nuovo stabilimento;
- ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente;
- diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente;
- cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente;
- per le grandi imprese localizzate nelle aree di cui all’art. 107, par. 3, lett. c), del TFUE, investimenti a favore di una nuova attività economica.
Nell’ambito di tali progetti sono finanziate le seguenti voci di spesa: impianti, macchinari, attrezzature, nonché acquisto di terreni e acquisizione, realizzazione, ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.
Considerando la volontà del Governo di istituire una macro ZES Mezzogiorno e la scadenza del relativo credito d’imposta fissata al 31 dicembre 2023, il nostro auspicio è questa misura venga prorogata o, meglio ancora, che venga riattivata anche per gli anni avvenire. In quest’ultimo caso, attraverso una norma ad hoc, magari attraverso la nuova Carta degli aiuti a finalità regionale per l'Italia (1º gennaio 2022 - 31 dicembre 2027) che prevede un’estensione dei massimali di benefici, essi potrebbero essere portati a:
Regioni in “zona A” | Intensità di aiuto per GRANDI imprese | Intensità di aiuto per MEDIE imprese | Intensità di aiuto per PICCOLE imprese |
ITF3 Campania | 40% | 50% | 60% |
ITF4 Puglia | 40% | 50% | 60% |
ITF6 Calabria | 40% | 50% | 60% |
ITG1 Sicilia: | 40% | 50% | 60% |
ITF2 Molise | 30% | 40% | 50% |
ITF5 Basilicata | 30% | 40% | 50% |
ITG2 Sardegna | 30% | 40% | 50% |
La nostra speranza - spiega ancora Calvanese - è che, oltre alla proroga o alla riattivazione del Credito d’imposta ZES e della decontribuzione Sud (anch’essa ha la scadenza fissata al 31/12/2023), che prevede uno sgravio dei complessivi contributi previdenziali dovuti dai datori di lavoro pari al 30% per i contratti di lavoro a tempo indeterminato, determinato e per i contratti di apprendistato, si preveda per questa macro area economica anche l’introduzione di strumenti tesi ad agevolare l’accesso al credito, magari supportati dalla garanzia emessa da MCC, debitamente rivista in ottica extra de minimis. Questo perché le attuali garanzie pubbliche emesse da MCC sono in regime de minimis (ossia 200.000 euro per aiuti di stato in un triennio ad impresa): da un lato permettono di abbattere il rischio sull’importo garantito da un minimo del 30% ad un massimo dell’80%, rendendo quindi più semplice l’accesso al credito bancario, dall’altro lato tendono, ad esempio nel caso di un credito garantito di circa 2 milioni di euro, a far esaurire tutto il plafond in regime di de minimis destinato alle singole imprese in un determinato triennio, precludendo quindi a queste la possibilità di accedere ad altre e più convenienti misure agevolative finanziate a valere dal medesimo Regolamento (UE) n. 1407/2013 relativo agli aiuti de minimis, regolamento che tra le altre cose ha, dopo una proroga triennale dovuta al Covid, propria scadenza naturale fissata al 31 dicembre 2023.