Cinema d’essai, tra passione e resistenza

Dietro ogni cinema d’essai si cela un'attività imprenditoriale fatta di persone: lavoratori, addetti, famiglie.

Registi, sceneggiatori, produttori indipendenti, attori, tecnici, distributori, programmatori, esercenti, critici e studiosi collaborano con passione per mantenere vivo un settore tanto affascinante quanto sfidante, spesso in contesti di limitate risorse economiche.

La Federazione Italiana dei Cinema d'Essai (Fice) raggruppa oltre 500 schermi in oltre 300 cinema su tutto il territorio nazionale. È un gruppo di sale molto eterogeneo, di provenienza sia Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) che Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), che abbraccia tanto i cinema d'essai delle grandi città quanto i cinema di piccoli centri, spesso gli unici schermi in attività sul territorio; le monosale come le multisale consacrate al cinema d'autore.

Il ministero della Cultura ha recentemente pubblicato il bando per il riconoscimento della qualifica di sala d’essai e per l’assegnazione di contributi alla programmazione di film d’essai di ricerca e sperimentazione per l’anno 2024.

Telematica Italia ha avuto l’occasione di dialogare con la presidente di Fice, Giuliana Fantoni, per esplorare l’impegno dell’associazione e approfondire le difficoltà che le imprese di questo settore si trovano ad affrontare.

Presidente Fantoni, ci parli dell’associazione Fice e di come questa sia evoluta nel tempo.

“La FICE, è costituita da oltre 300 sale italiane la cui programmazione è dedicata al cinema d’autore. L’impegno della Fice è sempre stato quello di sostenere la diffusione del cinema di qualità, particolarmente quello italiano ed europeo, coordinando le attività promozionali, dialogando con le istituzioni per rappresentare le necessità delle sale ed ottenere strumenti e supporto. Inoltre la Fice, una volta l’anno, organizza gli ‘Incontri del Cinema d’Essai’ durante i quali gli esercenti possono confrontarsi, vedere in anteprima molti film ed essere aggiornati su temi di attualità del settore. L’evoluzione dell’associazione è dipesa, nel tempo, dalle esigenze delle sale, che a loro volta dovevano adeguarsi ai cambiamenti del mercato. La Fice di oggi affianca l’esercente nell’organizzazione degli eventi, crea più opportunità di rete tra gli associati, sia a livello nazionale che con altre realtà europee d’essai per favorire la condivisione delle buone pratiche, ed ha instaurato un maggior dialogo tra i vari segmenti dell’industria per rendere più efficiente il mercato cinematografico e la rappresentanza presso le istituzioni”.

In che modo il cinema d'essai contribuisce alla valorizzazione della cultura e della diversità artistica?

“Il cinema d’essai è una finestra sul mondo. È un cinema di scoperta che permette allo spettatore di allargare i propri orizzonti perché lo porta in viaggio in luoghi lontani a conoscere culture diverse. Inoltre, nel d’essai trovano spazio molte opere di autori emergenti e piccole produzioni indipendenti che sono invisibili nel mercato mainstream”.

Quali sono le principali difficoltà che le sale cinematografiche d'essai stanno affrontando oggi?

“Tutte le sale lottano per riconquistare il pubblico che si è perduto o distratto durante la pandemia e per crearne di nuovo. Il calo delle presenze è stato pesante e nonostante i numeri stiano lentamente crescendo i bilanci di molte sale sono ancora precari. A questo si aggiungono, in alcune situazioni, difficoltà di programmazione e di accesso al prodotto cinematografico che rendono ancor più gravoso reagire alla crisi, soprattutto se parliamo di piccole realtà”.

Quali strategie ritiene siano necessarie per sostenere le imprese del settore e rilanciare il cinema d'essai in Italia?

“Innanzitutto il cinema d’essai ha bisogno di forte identità e di allontanarsi dallo stereotipo del vetusto cinema d’essai che proietta solo film pesanti. Dobbiamo trovare i giusti canali di comunicazione e sfruttarli per trasmettere una narrativa più fresca e vitale, che racconti un cinema originale e raffinato. In questo modo possiamo intercettare meglio l’interesse dei giovani, e di nuovo pubblico. Inoltre, visto che tutti gli spettatori hanno a casa un comodo divano e almeno una piattaforma streaming a disposizione, quando spendono tempo e denaro per vedere un film al cinema si aspettano qualità: nella proposta cinematografica, nell’ accoglienza e nel comfort tecnico ambientale. È essenziale quindi garantire alle strutture agevolazioni per ammodernare i locali, gli impianti e i sistemi audio affinché esse siano sempre di livello adeguato”.

Quali sono, secondo lei, le iniziative più urgenti per affrontare le problematiche del settore e garantire la sua sostenibilità?

“Dobbiamo incentivare i programmi di educazione all’immagine nelle scuole affinché i giovani si appassionino al cinema perché non dobbiamo dimenticare che sono loro gli spettatori di domani. Dobbiamo comunicare meglio i film e per farlo abbiamo bisogno di lavorare in maggiore sinergia con produzione e distribuzione sulle strategie di lancio e, parallelamente, essere più analitici rispetto i dati del box office, ascoltare di più il pubblico e soprattutto imparare a interpretare meglio ciò che genera le tendenze del web perché l’esito di molti titoli è fortemente influenzato da dinamiche che oggi non siamo del tutto in grado di decifrare. Affezionare il pubblico con incentivi e abbonamenti e stimolarlo con eventi ed ospiti in sala per rafforzare l’unicità della sala come luogo di autentica esperienza cinematografica. Consentire a più sale di accedere alla multiprogrammazione, strumento che, consentendo di programmare più film nelle diverse fasce orarie, è utilissimo per reagire alla frammentazione del pubblico. Infine, velocizzare le tempistiche di definizione delle qualifiche d’essai per consentire ai cinema una migliore programmazione”.

Il ministero della Cultura ha pubblicato il bando per il riconoscimento della qualifica di sala d’essai e la concessione dei contributi sulla programmazione cinematografica film d’essai di ricerca e sperimentazione svolta nell’anno 2024. Qual è il suo punto di vista sulla collaborazione tra pubblico e privato per il finanziamento delle attività culturali?

“Il contributo che il Ministero della Cultura riconosce alle sale d’essai sulla programmazione è fondamentale perché premia, oltre al numero di spettacoli effettuati, la varietà culturale, quindi la ricercatezza e l’originalità. E questo oltre a essere stimolante per l’esercente dal punto di vista editoriale è un grande arricchimento per lo spettatore che può apprezzare cinematografie diverse ed affinare il proprio gusto”.

La finanza agevolata e quindi i contributi pubblici da parte degli enti di ogni livello, garantiranno la sopravvivenza del cinema d’essai?

“Senza dubbio. Oggi moltissime sale resistono sul mercato grazie al tax credit, che garantisce un credito d’imposta fino al 60% sulle spese di gestione. Senza questo sostegno governativo molte sale chiuderebbero per problemi di sostenibilità. E non mi riferisco solo alle sale d’essai, ma anche quelle a vocazione più commerciale”.

LEI CHI È - Giuliana Fantoni è la presidente della FICE – Federazione Italiana Cinema d’Essai per il triennio 2024–2027, eletta per acclamazione il 12 giugno 2024 a Roma, succedendo a Domenico Dinoia. Nata nel 1975 a San Giovanni in Persiceto (BO), dopo la laurea in Giurisprudenza, ha intrapreso una carriera nel settore cinematografico, entrando nella società del Cinema Edera. Ha gestito inizialmente il Cinema Corso di Treviso e successivamente il Cinema Manzoni di Paese (TV). Dal 2018 è responsabile della programmazione e direttrice artistica della Multisala Edera di Treviso. Nel 2020 è stata eletta delegata FICE per il Triveneto e nel maggio 2021 vicepresidente vicaria nazionale. Come presidente FICE, Fantoni si impegna a rafforzare l'identità delle sale d'essai, promuovendo strategie di comunicazione più vivaci e coinvolgenti, soprattutto per attrarre un pubblico giovane. Inoltre, mira a intensificare il dialogo con le istituzioni per affrontare le sfide del settore e valorizzare il ruolo culturale delle sale cinematografiche indipendenti.

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