Transizione 5.0, Calvanese: "La complessità normativa richiede competenza"

Carmine Calvanese, responsabile di Agevolazioni alle Imprese di Telematica Italia, ha spiegato il quadro normativo relativo al bonus Transizione 5.0 e come questo si rapporta al precedente Transizione 4.0. Calvanese ha sottolineato l'importanza di una competenza approfondita per navigare la complessità normativa e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal nuovo piano.

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto novità importanti per il bonus transizione 5.0, soprattutto sulla possibilità di integrarlo con altri incentivi. Quali vantaggi e criticità devono considerare le aziende?

“La Legge n. 207/2024 (Legge di Bilancio 2025), ai commi 427-429 dell’articolo 1, ha introdotto modifiche significative per il bonus transizione 5.0, in particolare sulla combinabilità con altre agevolazioni. Questi cambiamenti offrono nuove possibilità ma richiedono attenzione. La normativa ha ampliato il campo di applicazione del Piano Transizione 5.0, semplificando le modalità di accesso e rimuovendo la restrizione alla combinazione con soli incentivi nazionali. Ora è possibile abbinare il bonus a misure europee, purché non si sovrappongano le stesse voci di costo degli investimenti.
Come precisato dal comma 427, lettera g), art.1: ‘Il credito d’imposta è cumulabile con agevolazioni UE, a condizione che non si coprano le medesime quote di costo. Il beneficio totale non può comunque superare il 100% della spesa sostenuta’ ”.

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Il Mimit ha aggiornato le FAQ, chiarendo l’ordine cronologico nella combinazione degli incentivi. Quali sono le implicazioni per le imprese?

“Le FAQ del 21 febbraio 2025, in particolare la FAQ 8.6, introducono un principio fondamentale: l’ordine temporale di accesso agli incentivi determina la quota residua disponibile. Se un’azienda ha già usufruito di un’agevolazione (es. ZES al 60%), il bonus 5.0 si applica solo sulla parte rimanente (40%). Questo meccanismo di ‘riduzione netta’ previene il doppio finanziamento e mantiene il totale entro il 100% dei costi”.

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Per gli stessi investimenti descritti, le imprese potrebbero optare per il credito d’imposta 4.0 (aliquota 20% sull’intero importo) invece della 5.0, evitando la nettizzazione. Quali criteri seguire?

“La decisione tra Transizione 4.0 e 5.0 dipende dalla tipologia degli investimenti e dalla strategia di cumulo. La Transizione 5.0 agevola gli investimenti ‘trainanti’ (riduzione dei consumi energetici/ambientali) e quelli ‘trainati’ (es. impianti fotovoltaici). Richiede la nettizzazione dei costi, applicando l’incentivo solo sulla quota residua non coperta da altre agevolazioni. La Transizione 4.0 è applicabile solo a beni materiali (es. robotica, IoT). A partire dal 1° gennaio 2025, non è più possibile beneficiare del credito di imposta per beni immateriali Industria 4.0, compresi nell’Allegato B della L. 232/2016, essendo stato abrogato l’art. 1 comma 1058-ter della L. 178/2020. Non richiede nettizzazione: l’aliquota del 20% si applica sull’intero investimento, anche se parzialmente finanziato da altri incentivi”.

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Secondo Calvanese le linee guida per la scelta possono basarsi sulla priorità alla combinazione più redditizia, cioè se l’investimento è ammissibile per il 4.0 e si combina con agevolazioni ad alta intensità (es. ZES, ISI INAIL), conviene optare per il 4.0: l’aliquota del 20% sull’intero importo genera un beneficio maggiore. Con agevolazioni a bassa intensità (es. ZLS al 35%), il 5.0 è più vantaggioso grazie all’aliquota elevata (45%) sulla quota residua. Per fare la scelta più giusta occorre seguire anche la natura degli investimenti: il 5.0 è obbligatorio per progetti legati a efficienza energetica o sostenibilità (es. fotovoltaico), mentre il 4.0 è vincolato a beni tecnologici 4.0 (es. automazione, big data).

Cosa significa “nettizzazione” dei costi e come incide sugli incentivi?

“La nettizzazione implica che la base di calcolo per un secondo incentivo sia diminuita della quota già coperta da agevolazioni precedenti. Non è solo una questione matematica: richiede una documentazione dettagliata dei costi, associando ogni voce a un incentivo specifico”.

Le FAQ citano la neutralità fiscale del bonus 5.0. Come ottimizzarne i benefici?

“Il credito d’imposta non influisce sul reddito imponibile IRES e sulla base IRAP. Nell’esempio campano (36.000€ di bonus 5.0), il risparmio fiscale aggiuntivo è: 36.000€ × 28,97% (24% IRES + 4,97% IRAP) = 10.429,20€. Il beneficio totale sale così a 166.429,20€ , mantenendosi entro il tetto del 100%”.

Quali suggerimenti darebbe alle aziende per gestire al meglio queste opportunità?

“La gestione ottimale del bonus Transizione 5.0 e degli altri incentivi richiede un approccio strutturato, che unisca analisi finanziaria, competenza normativa e pianificazione strategica”.

Ecco i punti chiave da tenere presente secondo Calvanese.

“Il bonus Transizione 5.0 – conclude Calvanese - rappresenta un’opportunità unica per ridurre i costi degli investimenti e accelerare la transizione digitale e green. Tuttavia, la complessità normativa richiede competenza , quindi le imprese devono essere affiancate da esperti per navigare tra regole UE e nazionali; flessibilità, occorre valutare caso per caso se privilegiare il 4.0 o il 5.0, in base alla natura degli investimenti e alle agevolazioni disponibili e proattività , pertanto serve monitorare gli aggiornamenti normativi e bandi, per sfruttare tempestivamente le opportunità. Massimizzare i benefici non è solo una questione di calcoli, ma di strategia, precisione e adattamento al contesto normativo in evoluzione”.

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