Mini contratti di sviluppo con obbligo di incremento occupazionale e copertura con mezzi propri del 25% della spesa. L’agevolazione, introdotta dal decreto ministeriale 12 agosto 2024, ha una dotazione finanziaria di 300 milioni. Sono ammessi progetti legati alla creazione di nuove unità produttive, all’ampliamento o riconversione di unità esistenti, e alla ristrutturazione dei processi produttivi, da concludere entro 36 mesi dall’approvazione dell’agevolazione. Ammessi anche gli impianti fotovoltaici e previsti contributi fino al 55% della spesa.
Ristrutturazioni
Nel caso di investimenti per ristrutturazioni realizzati da grandi imprese, i costi ammissibili devono superare l’ammortamento degli attivi relativi all’attività oggetto di intervento nei tre esercizi finanziari precedenti.
Per gli aiuti concessi alle grandi imprese o Pmi per la diversificazione di uno stabilimento esistente, i costi ammissibili devono superare almeno del 200% il valore contabile degli attivi riusati, registrato nell’esercizio finanziario precedente l’avvio dei lavori.
Fondi propri per il 25%
Le domande di agevolazione saranno presentate sulla piattaforma di Invitalia e valutate secondo criteri di solidità finanziaria, sostenibilità ambientale e innovazione. Previsti punteggi aggiuntivi per le certificazioni ambientali, di legalità o parità di genere. Un provvedimento fisserà la data di invio. Ogni impresa può presentare una sola domanda. In caso se ne presentino di più, sarà presa considerata solo l’ultima con conseguente decadenza delle precedenti.
Le imprese beneficiarie sono obbligate ad apportare un contributo finanziario, attraverso risorse proprie o finanziamento esterno, in una forma priva di qualsiasi tipo di sostegno pubblico, pari almeno al 25% delle spese ammissibili totali.
Le agevolazioni sono concesse come contributi a fondo perduto che variano in base alla dimensione dell’impresa. Il contributo arriva al 55% per le piccole imprese, al 45% per le medie e al 35% per le grandi.
Spese ammissibili
Le spese ammissibili riguardano l’acquisto e la sistemazione del suolo aziendale, che può rappresentare fino al 10% dell’investimento complessivo. Sono ammesse le spese per opere murarie e assimilate che non superino il 40% del totale.
Sono ammessi anche gli investimenti per impianti destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili o per impianti di cogenerazione che devono soddisfare i fabbisogni energetici dell’unità produttiva. Ammesse anche le spese per programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche legate a nuove tecnologie per prodotti e processi produttivi. Per le grandi imprese, queste spese sono ammesse fino al 50% dell’investimento complessivo.
Finalità e tempistica
I progetti devono prevedere un importo tra cinque e 20 milioni e un piano occupazionale incrementale che preveda anche l’assunzione di occupati qualificati. Le imprese di qualsiasi dimensione possono partecipare, purché non abbiano delocalizzato nei due anni precedenti. Devono operare in Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
I progetti si devono concludere entro 36 mesi dalla data di approvazione, cioè la data di inizio dei lavori di costruzione o la data del primo impegno giuridicamente vincolante a ordinare attrezzature o qualsiasi altro impegno che renda irreversibile l’investimento. La data di ultimazione è quella dell’ultimo titolo di spesa rendicontato e dichiarato ammissibile.
PROGETTI AMMESSI
Innovazione ed efficienza
Sono ammessi progetti per lo sviluppo di tecnologie critiche (semiconduttori avanzati, Ai, tecnologie quantistiche, connettività avanzata, 5G e 6G). Inclusi anche gli interventi per migliorare l’efficienza energetica e favorire l’autosufficienza dell’Europa, riducendo la dipendenza da Paesi terzi per materie prime e tecnologie strategiche.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Norme e Tributi del 17 ottobre 2024