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Alloggi per stagionali, imprese penalizzate. Federalberghi chiede esenzione fiscale

Con il decreto economia (decreto-legge 95/2025) è stato istituito per la prima volta un programma nazionale dedicato al turismo per affrontare il tema della carenza di alloggi per i lavoratori stagionali e dipendenti del comparto. La norma prevede la destinazione di 120 milioni di euro nel triennio 2025-2027, con una quota iniziale di 44 milioni per il 2025 e 38 milioni per ciascuno dei due anni successivi.

Le risorse finanziano da un lato investimenti per la creazione, la riqualificazione e l’ammodernamento di alloggi destinati ai lavoratori, con attenzione particolare all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale, e dall’altro lato contributi per sostenere i canoni di locazione, che dovranno essere calmierati di almeno il 30% rispetto ai valori di mercato.

La misura è rivolta agli operatori del settore turistico e della ristorazione, ma anche a chi gestisce in forma imprenditoriale residenze dedicate al personale turistico, a condizione che vi sia piena ed esclusiva disponibilità degli immobili.

L’attuazione concreta sarà disciplinata da un decreto del Ministro del Turismo, che definirà i costi ammissibili, i criteri di accesso, le procedure di assegnazione e le modalità di controllo. Telematica Italia ha intervistato Alessandro Massimo Nucara, direttore generale di Federalberghi - Confcommercio per fornire alle imprese, agli operatori e ai lettori una visione completa e qualificata del provvedimento, evidenziando il ruolo che l’associazione attribuisce a questa misura per rafforzare il turismo italiano.

Qual è il giudizio di Federalberghi sull’istituzione di un programma nazionale dedicato agli alloggi per i lavoratori stagionali e del comparto turistico? Si tratta di una risposta efficace a una criticità storica del settore?

“Il settore turismo è stato sempre caratterizzato da una consistente mobilità geografica dei lavoratori. In epoca più moderna, tale esigenza si è accentuata, anche in funzione dei flussi che vedono un numero importante di lavoratori provenire da paesi stranieri. La disponibilità di alloggi per i lavoratori è quindi un’esigenza imprescindibile, che richiede grande attenzione e risposte adeguate”.

In che misura la mancanza di soluzioni abitative adeguate ha inciso finora sull’attrattività del lavoro stagionale e sulla possibilità di reperire personale qualificato?

“Il problema è avvertito in misura sempre crescente, anche in considerazione del dilagare del fenomeno delle locazioni brevi, che negli ultimi anni ha requisito le abitazioni un tempo disponibili per i lavoratori e le loro famiglie, reindirizzandole verso utilizzi maggiormente speculativi. Sono vittime di questo fenomeno anche gli studenti universitari. Tale problematica, diffusa su tutto il territorio nazionale e durante tutto il corso dell’anno, si registra con maggiore intensità nelle località turistiche e durante i periodi di alta stagione. Si determina, conseguentemente, un aggravio della difficoltà di reperire lavoratori qualificati disponibili a prestare la propria opera nelle località stagionali”.

Federalberghi prevede che questo programma possa favorire una maggiore stabilità occupazionale e ridurre la difficoltà di reclutamento nel turismo e nella ristorazione?

“Sicuramente una maggiore disponibilità di alloggi per i lavoratori può aiutare le imprese a formulare proposte più attrattive e, in parallelo, aiutare i lavoratori a realizzare migliori condizioni di conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro. In questa fase, non è tuttavia possibile comprendere se le misure in corso di elaborazione riusciranno effettivamente a produrre i risultati auspicati”.

I 120 milioni di euro previsti per il triennio 2025-2027 sono, secondo voi, una cifra sufficiente per rispondere alla domanda effettiva di alloggi a livello nazionale?

“Non ci è chiaro quanti alloggi sarà possibile attivare. È importante ribadire che abbiamo necessità di un intervento su larga scala, che dia risposta a tutte le imprese e a tutti i lavoratori, al pari di quanto è stato fatto lo scorso anno per i lavoratori a tempo indeterminato. Basti considerare che a luglio 2024, nel periodo di massima occupazione i lavoratori dipendenti delle aziende turistico ricettive sono stati oltre 430milla. Di questi, quasi 245mila sono lavoratori stagionali, dei quali si può stimare che almeno un terzo non siano residenti nella località in cui prestano servizio”.

Esistono strumenti che potrebbero aiutare a realizzare l’obiettivo in modo più efficace?

“Non tutti sanno che, quando un datore di lavoro del settore turismo fornisce l’alloggio al proprio dipendente, il lavoratore riceve il servizio gratuitamente o tutt’al più pagando il prezzo simbolico previsto dal CCNL Turismo, che è pari a poco più di un euro al giorno. Inoltre, le regole fiscali oggi in vigore prevedono che l’impresa non possa dedurre il costo che sostiene, per affittare l’immobile, per l’energia elettrica, le dotazioni, etc. Quindi, oltre ad accollarsi integralmente l’onere, ci deve anche pagare le tasse. Federalberghi e le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno rivolto un appello al Governo e al Parlamento, chiedendo di modificare la disciplina della materia, al fine di prevedere esplicitamente che il valore dell’alloggio fornito dalle imprese turistico ricettive ai lavoratori dipendenti stagionali costituisca per il datore di lavoro un costo integralmente deducibile. In parallelo, sarebbe doveroso escludere il valore dell’alloggio dalla base imponibile per il calcolo di tasse e contributi pagati da lavoratori e datori di lavoro. Non si sta chiedendo la luna, ma una semplice esenzione, come già prevista per i buoni pasto e per il welfare. È una buona cosa che la palestra o la vacanza siano defiscalizzate, ma non si capisce perché non si faccia altrettanto con un bene di prima necessità come l’alloggio”.

 

 

 

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